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Storicamente

L'ospedale di Trivento

L'ospedale di Trivento

Ai margini del Convegno Socio Sanitario Regionale del 14 e 15 febbraio 1976

di Silvio Colaneri

Il 14 febbraio scorso l’Assessore alla Sanità della Regione, Dottor Raffaele Domenico Lombardi ed il Presidente della Giunta, prof. Giustino D’Uva, hanno tenuto un riuscito Convegno sulla proposta di Piano Socio Sanitario del Molise. Ad esso sono intervenuti tutti i parlamentari del Molise ed i due senatori. Hanno onorato di loro presenza anche elementi qualificati del vicino Abruzzo e dell’Umbria. Ha dato tono di ufficialità il rappresentante del Governo l’On. Franco Foschi, sottosegretario alla Sanità.

Moltissimi gl’interventi al dibattito. Hanno chiesto di parlare, se non vado errato, oltre una settantina di persone. Tra queste anch’io, come vecchio medico di Trivento, avevo chiesto la parola, ma giunti alle ore nove di sera, dalle dieci del mattino avevano parlato appena una diecina di persone, la stanchezza mi vinse, il lungo viaggio di ritorno notturno fino a Trivento mi preoccupava ed abbandonai la sala, sicuro che non sarebbe poi mai arrivato il mio turno per parlare. Il giorno successivo, domenica, era il giorno stabilito per le tre Commissioni di studio ed ora l’intero Molise attende di conoscere quanto fu concluso di sodo e  di costruttivo.
Dovevo adunque parlare anch’io. Cosa adunque poteva dire un vecchio medico, che ha sulle spalle 54 anni di esercizio professionale effettuato in questa zona di Trivento, lontano dai grossi centri abitati, con una popolazione sparsa nel vasto agro di oltre quattromila anime? Dovevo fare le mie lagnanze all’amico Lombardi ed al Presidente D’Uva per avere col Piano SocioSanitario completamente trascurato il centro di Trivento.. Bisogna persuadersi che qui ancora si muore per sciocchezze, per mancanza di pronto soccorso, di efficace e tempestiva assistenza. Trivento rivendica a sé il diritto di avere un ospedale.
Questo comune è stato sempre all’avanguardia non solo sanitaria, ma in tutti i campi, e poi inspiegabilmente è passato in coda.

Se andiamo a vedere la storia sanitaria del Molise, nell’anno di grazia 1916 il giorno 20 agosto, con decreto reale firmato non dal Re, che era al fronte coni soldati combattenti, ma dal suo sostituto Tommaso di Savoia, veniva  riconosciuto Ente Morale il nostro OSPIZIO OSPEDALE S. Antonio di Padova.
Ai primissimi anni del nostro secolo alcuni facoltosi concittadini erano passati a miglior vita ed avevano pensato di donare a questa  nostra Istituzione più di centomila lire, cifra allora ragguardevole, la carta moneta faceva prezzo sull’oro, e poteva benissimo servire a costruire un ospedale  sufficiente ai bisogni urgenti di Trivento e di tutta la zona. In quel tempo anche la stessa Campobasso non aveva nulla, aveva la casa De Capoa donata ai poveri e vi erano dei vecchi ricoverati. Le donne non erano ammesse ed in questo ambiente povero due valorosi medici condotti del capoluogo dottor Marcello Barone e dottor Giuseppe Altobelli cominciarono i primi timidi interventi operativi. Il forte di questi due valenti sanitari era la chirurgia a domicilio che praticavano anche fuori del Capoluogo.
Fu necessario l’arrivo del Professor Luigi Montalbò, libero docente in patologia chirurgica, per dare l’avvio all’attuale ospedale principale e ciò avvenne, se non erro, nell’anno 1924.

Trivento era sempre in attesa di realizzare il suo ospedale; i nostri padri si perdettero in progetti e discussioni infruttifere e non furono ardimentosi. Le donazioni furono depositate al gran libro dei titoli di Stato e l’Ospizio Ospedale subì anche la minaccia di vedersi ritirate le donazioni da parte dei parenti degli oblatori, in quanto non si rispettava la volontà di costruire l’ospedale.
Venne la prima guerra mondiale, la nostra moneta scemò di valore e la somma, che si teneva con i titoli di stato, ora non serviva neppure a costruire le fondamenta di quanto era in progetto di fare.

Il fascismo, la guerra d’Abissinia e di Spagna, la seconda guerra mondiale provocarono tutte quelle calamità, che i più anziani ben ricordano.
Non ancora finiva l’ultimo conflitto mondiale, le truppe tedesche erano già sulla Linea Gotica, quando a Trivento capita l’ispettore superiore della Sanità dottor Ciocchi e con lui la civica amministrazione,  espressa dall’AMGOT, discute sul problema dell’ospedale di Trivento. Si girò persino nella periferia dell’abitato per reperire un terreno adatto per la costruzione di un civico ospedale, sia pure di modeste proporzioni.

Nel 1946 l’I:N:A:M: inaspettatamente costruisce, su un suolo avuto in cessione dal Comune, un modesto ambulatorio per la generica e la specialistica. Era la prima costruzione che detta Istituzione faceva nel Molise. Lo stabile fu subito costruito dalle maestranze locali.. Trivento cominciò a sperare di vedere presto in funzione questo poliambulatorio anche a vantaggio dei comuni limitrofi. Fu vana speranza. L’I.N.A.M. dopo aver tenuto chiuso per alcuni anni questo suo stabile, lo cede un fitto al Comune per una lira all’anno ed il comune vi sistema l’Ufficio di Collocamento, che ancora quivi risiede.

Le elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946 portarono all’affermazione del prof. Michele Camposarcuno e dell’avvocato Giovanni Ciampitti. Trivento attendeva  dall’on. Camposarcuno il suo ospedale, ma la sua caduta nel 1958 fece mettere nel dimenticatoio le necessità triventine.
Nell’anno 1950 l’on.Francesco Colitto si affermò quale deputato del partito Liberale e Trivento aveva appoggiato con molti voti questo illustre figlio del Molise. Allora si pensò di chiederne l’appoggio  per l’erigendo ospedale di Trivento. L’on. Colitto, da quel competente legale che è, ebbe a dichiarare che non esisteva alcuna disposizione per proporre al governo la costruzione di un ospedale in Trivento, ma che egli era ben disposto di presentare alla Camera una regolare proposta di legge per ottenere un ospedale a Trivento. Le autorità ecclesiastiche dell’epoca, la stessa Democrazia Cristiana, che in Trivento godeva e gode della maggioranza assoluta, si opposero, perché non dovevano essere i Liberali ad interessarsi delle nostre necessità.

Venne l’epoca del Concilio Vaticano II°. Il nostro vescovo di cara memoria Mons. Pio Augusto Crivellari parte per Roma per partecipare a quel grandioso congresso di vescovi. Mons. Crivellari, da illustre figlio della nobile Venezia, vedeva con pena che Trivento difettasse di un ospedale ed a lui fu fatta viva premura perché  si portasse dal ministro della sanità a perorare la causa di Trivento.

Era allora l’anno 1962  ed al Dicastero della Sanità vi era l’On. Iervolino, che già durante il Fascismo, egli era un perseguitato politico, nell’anno 1934 fu invitato da noi dell’Azione Cattolica a tenere un discorso celebrativo per il vescovo dell’epoca mons. Giorgis, che compiva il 25° anno di sacerdozio. L’On. Iervolino conosceva adunque bene Trivento e a Mons. Crivellari, che fu per ben due volte al Ministero per perorare la causa ospedaliera di Trivento, ebbe a fare solenne promessa che il primo ospedale nel Molise sarebbe stato quello di Trivento. E mons. Crivellari immediatamente mi scrisse comunicandomi la straordinaria notizia. L’On. Iervolino successivamente ha lasciato il ministero della Sanità senza muovere foglia, e mons. Crivellari moriva nel 1966.

Vennero le elezioni generali del 1968. La D.C. triventina fu felice di vedere tra i candidati il giovane medico pubblicista dottor Nicola Di Lisa. che si considerava figlio di Trivento per essere nato a Roccavivara, comune a noi vicino e per aver studiato a Trivento. EE su Nicola De Lisa si appuntarono tutti i nostri sforzi e tutte le nostre speranze. A lui, per la prima volta, come candidato al Senato, si unì l’on. La Penna e su queste due personalità Trivento condusse la sua accesa campagna elettorale, che doveva avere esito fortunoso. Nicola Di Lisa si vide deputato. Girolamo La Penna trionfò come senatore. Entrambi sapevano che noi Triventini ci si era battuti all’insegna dell’ospedale da costruire.

Successivamente all’esito  delle urne, in Trivento ebbe luogo una pubblica assemblea presieduta dal senatore La Penna e dall’on. Di Lisa. Si volle ringraziare l’elettorato e in quella occasione Nicola Di Lisa presentò un elaborato progetto di ospedale di oltre 200 posti letto con la scelta anche del sito stabilito alle falde di Montelungo, ai margini della strada provinciale, che da Trivento mena a Salcito. Il progetto, realizzato ad iniziativa dell’on. Di Lisa, fu molto apprezzato e per esso si pregò l’onorevole perché fosse messo subito in attuazione attraverso i regolari canali burocratici. In quel tempo il nostro ospedale di zona era solo sulla carta!
Le elezioni anticipate del 1972 determinarono con lo scarto di pochissimi voti la caduta del nostro deputato Di Lisa. Trivento, che finalmente si gloriava del suo deputato, purtroppo lo perdeva, nonostante avesse dato alle urne al deputato di Roccavivara più voti che nelle elezioni del 1968. Il progetto del nostro ospedale rimaneva ancora sulla carta, né c’era da sperare che il senatore La Penna egualmente impegnato con Trivento come Di Lisa, si ricordasse di noi Il senatore aveva ben altro da pensare.

Così siamo arrivati al convegno del 14 febbraio scorso per discutere  su “Il piano socio sanitario del Molise” redatto dall’assessore alla Sanità dottor Lello Lombardi e dal Presidente della Giunta prof. Giustino D’Uva. La proposta di legge è chiara e ben articolata ad onta di tante critiche al Convegno stesso; si può passare al Consiglio Regionale per la sua definitiva approvazione, ma , cari amici Assessori Regionali, cosa facciamo di Trivento? Avete considerato che la zona di Trivento è l’unica zona scoperta e isolata di tutto il Molise, che dista dal più vicino centro ospedaliero(Campobasso) 50 Km. , che fra qualche anno avrà la sua strada a scorrimento veloce Isernia – Vasto ai suoi piedi e porre in questo comune un pronto soccorso è necessario ed urgente? Avete tenuto presente che Trivento è gloriosa sede vescovile, che ha un collegio maschile ed un altro femminile con più di 150 allievi. Scuole fiorentissime ed un agro con oltre 4000 agricoltori che vivono in attrezzate case coloniche sui loro terreni? E poi , è bene che si sappia,  Trivento resiste mirabilmente al grave spopolamento del nostro Molise. A nostro vanto diciamo che da uno studio statistico che io feci nell’anno 1953, la popolazione di Trivento risultava di 6.700 abitanti, oggi siamo ancora a 6.600 anime, la natalità è alta e ben ridotta la mortalità, mentre nel decennio 1943/52 avemmo la spaventosa cifra di 107 nati morti, nel quinquennio invece 1958/62 la mortalità infantile si è ridotta ad una cifra irrisoria.

Allora veniamo incontro a questa gente generosa che ha diritto all’assistenza come tutti gli altri, questa gente, che è restata attaccata alla sua terra e non ha subito il fascino dell’industria, questa gente che ha un’alta produzione di grano all’anno, un notevole allevamento di bestiame,  anche se ancora in un modo primitivo e non razionale, una cura particolare per gli ulivi con ottimo olio. Solo
I vigneti, distrutti dalla fillossera non sono stati più riformati, come pure gli ortaggi, ad onta delle acque del Trigno, non vanno curati per mancanza di scuola e di guida.

Amici della Giunta Regionale, dovete scusarmi se vi ho fatto tutta una lunga storia di beffe, di truffe, di speranze svanite, riguardanti il problema di un ospedale civico in Trivento ostacolato in mille modi dall’ignavia degli uomini , dal prepotere e dalla sopraffazione politica.
Ho voluto documentare che l’ospedale civico in Trivento non è un’idea balzana, ma la più stretta necessità sentita da tempo lontanissimo. Quanto ebbe ad affermare,  con il suo intervento l’on. Folchi,  circa la difficoltà di creare nuovi ospedali, è un errore. L’ospedale è civiltà, progresso , vita,, sicurezza dei popoli. I soldi spesi per la salute sono soldi benedetti. Le Marche abbondano di ospedali piccoli e grandi, prezioso retaggio del Governo Pontificio del secolo passato ed anche il vicino Abruzzo vanta svariati ospedali; solo il Molise ha bisogno di altri posti letto e la relazione del Governo del 14 febbraio lo mette in evidenza, ed allora questi posti letto creiamoli a Trivento, ove si ravvede la più urgente necessità. Un ospedale in questa zona è garanzia anche per i paesi d’Abruzzo, che oltre il Trigno fanno bella corona a Trivento e vivono della vita di Trivento con il commercio attivissimo, con le scuole, con la Curia Vescovile. Oggi la cura domiciliare delle malattie non si concepisce più, per cui il ricovero ospedaliere è sempre più frequente per  il diritto di ognuno a tutti i sussidi della scienza quando è infermo.

Amici, vi prego di pensare a Trivento. E’ la voce di un vecchio medico che si eleva fino a voi. , un vecchio medico, che augura ai giovani sanitari che verranno di essere lontani dai disagi da lui sofferti in tanti anni di esercizio professionale duro ed estenuante, mentre ai malati augura di avere un ospedale con tutti i conforti che la Scienza sa e deve dare.

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Pubblicato il 29 Maggio 2010

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I commenti all'articolo

N. 3 risultati trovati
omijrroy - 12 Settembre 2012 alle ore 14:01
1
Enzo - 1 Giugno 2010 alle ore 21:49
storia a dir poco interessante,fa riflettere tutto cio è sfortuna.....?
laura de marinis - 30 Aprile 2010 alle ore 17:55
Leggo sempre con molto interesse su quanto via via viene pubblicato sul sito e mi sembra che in tanti cela mettono tutta per poter realizzare a Trivento qualcosa di bello e di utile.Trivento dal punto di vista architettonico e paesaggistico e' veramente un posto bellissimo e non sapete quanta gente mi chiede ,una volta che io dico di essere di Trivento che conoscono questo posto perche 'passando lungo la valle per andare dall'adriatico al tirreno sono stati presi dal desiderio di salire a vedere il paese. Ho letto non so su quale sito che gli svizzeri sono gli europei che amano piu' il Molise.Trivento,tra mare e monti e con tutta la storia romana e medioevale che ha potrebbe essere un luogo molisano molto allettante.Ottima l'idea dell'albergo diffuso nel centro storico ma per trovare i soldi da investire bisognerebbe iniziare con delle cose gia' esistenti.Giusto coinvolgere la diocesi,se ci sono gia delle stanze presso privati o presso il seminario o non so altro che voi sapete meglio,si potrebbe fare un sito internet che ,volendo venire o far venire gente a trivento, potrebbe essere in grado di fornire letto e prima colazione agli ospiti con il corrispettivo importo.Via via se le cose vanno si creerebbe a poco a poco un giro .Io sono la prima a mettermi in gioco se ci sono altri disponibili.In un paese del viterbese non ricordo se la diocesi o altra istituzione,hanno creato un albergo diffuso per anziani piu' o meno abili che in accordo con le parrocchie dal Veneto e dalla lombardia fanna trascorrere le ferie ai loro anziani in questo paese.