Trivento (Foto di Angelo Lomastro)
Gli INDIFFERENTI
E’ il titolo di un famoso scritto di Antonio Gramsci, pubblicato all’interno di Città Futura nel 1917, divenuto ben presto una sorta di manifesto politico e morale, che ancora oggi interpella con forza anche noi Triventini.
“Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.”
Purtroppo è l’indifferenza che sembra permeare quasi totalmente la comunità Triventina.
Più che sforzarsi di rintracciare qualche (?) felice eccezione, forse è più utile chiederci con Gramsci perché “ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare.”
Affinché insieme si possa compiere una riflessione ampia, serena e costruttiva sulle questioni cruciali poste dal nostro amico anonimo nell’interessantissimo commento n. 14 al precedente intervento – rispetto alle quali non vogliamo assolutamente sottrarci - riteniamo sia utile, per arricchire il dibattito, provare a dare risposte ad esempio a queste domande:
- Perché a Trivento non c’è un solo giovane che offra il proprio impegno nell’Associazione Proloco?
- Perché anche coloro che pure si percepiscono “sottilmente distinti” disertano sistematicamente ogni iniziativa latamente culturale?
- Perché si rifugge dall’impegno civile e politico, lasciando spazi nei quali spesso la mediocrità dilaga?
- Perché chi si dice cristiano non si fa granello di senape e più che imprecare contro il buio (delle talari dei preti) non prova ad accendere un lumicino?
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Pubblicato il 25 Ottobre 2010