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L'Editoriale

TEMPI SUPPLEMENTARI

Caspar David Friedrich - Viandante in un mare di nebbia, 1818
TEMPI SUPPLEMENTARI “Ho cercato, provocato e poi preso un po' di niente sono qui.” Sono i versi di una bella quanto struggente canzone di Mina che suonano quasi metafora per Triventinamente.
Non abbiamo difficoltà a riconoscere i nostri limiti che vanno ben oltre il periodare “bolso” o l'approccio da “liceale”, ma crediamo almeno ci si riconosca la sincera passione civile ed il desiderio di dialogare con tutti.
Provando a tracciare un primo bilancio di questa esperienza, possiamo affermare che in questi mesi, al netto del condizionamento delle nostre insufficienze, sia comunque emersa la situazione di difficoltà in cui vive la nostra comunità. Un disagio che ci vede ripiegati su noi stessi e che ci rende incapaci di metterci in gioco.
Così le domande, forse ingenue e mal poste, sono rimaste senza risposta. Gli appelli all'impegno, anche in termini di analisi e di proposta, con qualche lodevole eccezione, sono caduti nel vuoto. Le provocazioni, a volte anche irriverenti, non hanno scalfito minimamente il nostro inveterato torpore.
La speranza che ancora caparbiamente coltiviamo è che questo spazio web sia un luogo plurale e collettivo di incontro e di confronto, di analisi e di proposta e non semplicemente uno blog personale. Questa evenienza vogliamo considerarla una opzione residuale.
Per questo proponiamo nei prossimi giorni di novembre di riflettere non solo sui limiti e sugli errori compiuti, ma anche e soprattutto ci attendiamo riflessioni e suggerimenti sia di metodo che di sostanza.
Con l'auspicio che ognuno senta questo impegno come un dovere e che il dovere dica Speranza.

Articolo letto N. 12365 volte

Pubblicato l'8 Novembre 2010

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N. 52 risultati trovati
Rosanna Carosella - 13 Novembre 2010 alle ore 9:20
Non mi riferivo assolutamente alla persona di cui tu stai parlando che conosco e stimo. Anzi il suo intervento è una testimonianza di fede e di grande responsabilità sociale. Ho ironizzato su un intervento di (m.) per sdrammatizzare i toni, ho semplicemente scherzato in assoluta buona fede. Non equivochiamo.
Anonimo - 12 Novembre 2010 alle ore 22:08
Per Rosanna. La persona che parla, firmandosi come a te piace con nome e cognome, di deserto nei cuori, sta portando avanti, da anni, un impegno concreto associativo per l'assistenza e l'integrazione dei disabili; e sembra, tra mille difficoltà, che stia riuscendo nel progetto. Se ti riferivi a lei nel tuo intervento, sappi che hai fatto una cosa ingiusta e stupida. Hai ridicolizzato una cattolica " praticante " ,che prega e innalza inni al Signore fuori dal tempio, senza gli abiti buoni della domenica, sola , vicino a chi soffre.
Anonimo - 12 Novembre 2010 alle ore 21:56
Per Babbo Natale. Visto il tuo interesse per il ruolo specifico, perchè, invece di rompere le balle facendo ironia gratuita su cose cui non puoi evidentemente accedere, non ci fai la tua brava e concreta proposta natalizia?
Anonimo - 12 Novembre 2010 alle ore 21:48
errata corrige .... possa scrivere.
Anonimo - 12 Novembre 2010 alle ore 21:47
Caro direttore, fa che questo blog diventi un giornale telematico in cui ognuno può scrivere, da AUTORE, un suo pezzo , su argomenti a piacere. Comincia tu a sviluppare un tema, andando oltre il ruolo di conduttore che ti sei rilegato, uno qualsiasi, puoi farlo egregiamente. In tal modo spero che le ricorrenti scaramucce di tre righi per bacchettare qualcuno cessino, che i pessimisti ad oltranza affoghino il loro malumore nel silenzio più assoluto e che i cattolici " integralisti " finiscano di perdersi nella confusionarietà che già li pervade. Dolce Rosanna perchè sei così sicura che chi interviene anonimamente non abbia già provato a dare qualcosa alla parrocchia, a vari livelli, ottenendo solo sostanziali respingimenti ? E poi, dolce Rosanna, non ti sei resa conto che la sostanza in cui ti muovi con fervore e devozione, è formata essa stessa da " chiacchiere" ? Come vedi il confine fra il bene e il male , per così dire, è dato solo dalla prospettiva con cui noi stessi guardiamo le cose. Ma del resto anche queste sono solo chiacchiere.
nalim - 12 Novembre 2010 alle ore 9:10
Mentre in altri paesi e paesini la gente è unita ed ha nel suo dna l'aggregazione, lo stare insieme e collaborazione reciproca, in questo paese che si gloria di tanta storia la gente è disunita, ogni persona pensa per sè e se qualche volta è capitato che più persone hanno iniziato a fare qualcosa per il paese e la sua gente tuuti hanno pensato che lo hanno fatto per piacere personale o per rendiconto (vedi pro-loco ed altre associazioni) per cui è impensabile che qui si possa cambiare idea. La piazza è vuota, i giovani non si vedono o se si vedono è solo per fare casino la notte. Tutte le belle idee che si leggono nel blog restano fini a se stesse. Mettiamole in pratica. Si potrebbe indire una riunione di tutti i cittadini per parlare dei problemi di Trivento, che ne sono tanti, e da lì partire con tante iniziative anche culturali. Le feste natalizie si avvicinano e quindi sarebbe ora che il comune e le varie associazione si diano una mossa per organizzare qualcosa, anche per quei pochi, ormai, triventini che tornano al paese per Natale. p.s. sono convinto che si facesse la suddetta riunione parteciperebbero solo quattro persone come sempre...e questo fa capire che ci meritiamo il paese che vogliamo.
Babbo Natale - 11 Novembre 2010 alle ore 22:27
Caro Triventinamente, mentre discutete vivacemente ed argutamente di grandi questioni, perchè non proviamo - parallelamente - a pensare a qualche iniziative da prendere a Trivento per il prossimo periodo natalizio?
Rosanna Carosella - 11 Novembre 2010 alle ore 22:06
Più leggo gli interventi di questo sito e più mi convinco che le chiacchiere se le portano il vento. E poi sigle, lettere, anonimi vari ed eventuali. Chi invoca la caccia al tesoro di cattedrali e cerca spiriti nel deserto, chi pone un interrogativo insolito, due punti e a capo e così via. Di certo, questo sito ha un gran pregio: alimenta una fantasia straordiniaria! Naturalmente sto sdrammatizzando poichè la situazione non è grave ma è seria. Confrontarsi ed adoperarsi è un discorso, scambiarsi opinioni e chiacchierare piacevolmente è ben altro. L'anonimato poi non è mai giustificabile anche se ci si sforza di renderlo credibile e coerente. La chiesa locale inoltre è sempre al centro di polemiche, inevitabilmente. Ma ci siamo chiesti qualche volta se ha bisogno di noi? E che cosa possiamo fare per la nostra parrocchia?
Anonimo - 11 Novembre 2010 alle ore 20:53
Purtroppo quando si dice qualcosa di argomentato, per i motivi predetti, finiamo per essere travisati ed accusati immotivatamente, anche di scrivere forbito per sfoggio o posa. Qualche volta si rischia nella forma,è vero, ma a ben intendere siamo colpevoli di ben altre e più serie mancanze ( per cui siamo qui a cercare di saldare un debito di impegno). l'anonimo precedente
Anonimo - 11 Novembre 2010 alle ore 20:43
Come vedi , caro direttore, è difficile e faticoso far procedere in modo , non dico lineare ma almeno organico, un dibattito-confronto-discussione su un blog aperto, vale a dire a partecipazione anonima ( ma questo può essere positivo per aggirare l'auto e l'etero-censura) e "promiscua". L' amico che mi precede non ha fatto caso che lo" stanare" era riferito ad un auspicato atteggiamento di iniziativa da parte della Chiesa locale; che di bifolchi da civilizzare ha parlato lui, rispetto ad un mio discorso di emancipazione culturale che coinvolge tutti - classe intellettuale accusata di inadeguatezza; clero definito ignorante, non perchè incolto, ma perchè apparentemente disinteressato ad un impegno militante evangelico, culturale e sociale; classe politica; classi borghesi e contadine, ognuna eroica nella determinazione a sopravvivere ma ancora arretrata culturalmente e quindi meritevole oltre che necessitante di crescita -; che la storia e la realtà concreta marcino sulle gambe delle singole persone e sul loro impegno avevamo parlato in precedenza, criticando un certo modello dirigista sullo sviluppo delle società.
maria mastroiacovo - 11 Novembre 2010 alle ore 18:50
Il "deserto" è dentro i nostri cuori, la strada più facile da percorrere non può essere quella di lamentarsi e accusare. Tutte le Istituzioni sono fatti di uomini e Noi dobbiamo imparare ad interagire con loro in maniera corretta; forse pensiamo che è come andare al supermercato, abbiamo bisogno di una cosa materiale, la prendiamo già confezionata, purtroppo non è così per gli altri bisogni della vita. La mia esperienza me ne dà conferma: - finchè ho chiesto non ho mai ottenuto nulla - mi sono lamentata ed è stato peggio - ho accusato..... avevo la guerra in testa - ho capito di alzarmi e iniziare ad agire, ho cercato persone con cui condividere... - abbiamo prima di tutto Noi creduto a quello da realizzare - le ragioni erano valide ed estese al bene comune e non al guadagno personale - ci siamo rivolti a chi rappresenta le Istituzioni con vari passaggi e varie battaglie - con onestà Vi dico che tutte le Istituzioni locali e regionali, Chiesa locale compresa ci hanno accolto, ascoltati, aiutati e fatto valere i ns diritti. Iniziamo ad essere sereni, mi rivolgo sempre a quella "Istituzione Suprema che è Dio" affinchè mi aiuti ogni giorno a credere nel bene.
DF - 11 Novembre 2010 alle ore 18:34
Credo che, prima di esporre le mie riflessioni, sia doveroso indirizzare alcune questioni agli autori degli articoli. Pensate sia necessario ed opportuno utilizzare un lessico forbito e fare sfoggio di citazioni nei vostri interventi? Come potete pensare che un qualsiasi cittadino, spinto da passione civile, possa avvicinarsi alle vostre riflessioni? Le persone che hanno voglia di impegnarsi (e in questo paese le istituzioni di ogni ordine e categoria ne hanno lasciato ben poca) come possono farlo, secondo voi, se il proprio interlocutore gli propina le sue frasi incomprensibili in piedi sul suo palco? Da chi pensate che possa provenire l'iniziativa, se non da noi stessi? Prima di tutto, signori, scendiamo dal nostro piedistallo, abbandoniamo le divisioni e rendiamoci portatori e partecipi di un processo di cambiamento. Non c'è nessun uomo da "stanare", non c'è alcun "bifolco" da civilizzare. Secondo voi, a cosa serve un risposta corale? A ridere, bere, brindare ma senza capire perchè ci si trova insieme? è assolutamente necessario che ognuno, in funzione delle rispetttive possibilità, sia disposto ad apportare il propriocontributo alla società senza osservare cosa fanno gli altri. Credo sia inutile fare appello agli altri, a mio avviso, il nostro impegno fungerà da appello concreto. Per favore, smettiamola di avere un approccio basato solo ed esclusivamente sulla retorica e i proclami. Quarant'anni di questa attività non hanno portato nulla di buono al nostro paese. Chi ha voglia di continuare con le solite polemiche, le persone che non hanno voglia di adoperarsi, per cortesia, si facciano da parte. Probabilmente, rischieremo di avere locali e bar sempre più affollati. Certamente non sarà un problema se contribuirà ad avere intorno mente più attive per i nostri concittadini.

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