Pietro da Cortona, La Divina Provvidenza
A distanza di dieci giorni dal "lancio del sasso" crediamo sia opportuno iniziare a verificare se l’effetto prodotto sia stato un "tonf" sordo ovvero uno "splash" fragoroso e, quindi, iniziare a riflettere sui cerchi che le pietre/parole hanno disegnato nello stagno/Trivento.
Siamo partiti dai giovani per l’evidente ragione che coloro che meglio coniugano i verbi al futuro (e noi guardiamo al futuro!) sono proprio quelli che incarnano la dimensione del divenire.
Eravamo e siamo consapevoli della difficoltà di intercettare le centinaia di giovani Triventini che popolano facebook. Ci abbiamo provato. Ci riproveremo ancora, con convinzione e fiducia.
A riguardo gli interrogativi posti da Matusalemme su questo sito rimangono, purtroppo, sintomaticamente senza interlocuzione alcuna.
Una risposta ci sentiamo, però, obbligati a darla. Quantomeno a noi stessi.
Avevamo chiuso il nostro primo tema di riflessione con una domanda volutamente e fortemente provocatoria "possiamo affidare il nostro prossimo difficile futuro a questa generazione di giovani?"
La nostra riposta è: SI. Senza se e senza ma.
Peraltro, diversi interventi nel sito hanno già fornito valide argomentazioni in questo senso, ma senza ricorrere ad analisi concettuali, oltretutto per evitare di cadere facilmente nella retorica, crediamo basti osservare che, se i giovani non sono quello che noi vorremmo che fossero, la generazione dei padri non può agevolmente sottrarsi alla chiamata di responsabilità.
Gli oltre trenta interventi sul sito hanno disegnato numerosi "cerchi", che meritano ciascuno considerazione ed approfondimento. Come abbiamo già avuto modo di precisare, tra i nostri obiettivi vi e' quello precipuo dell'analisi, della riflessione, della proposta, per questo proponiamo metodologicamente di aprire, sempre in questo spazio, una serie di "tavoli di discussione", sotto forma di link tematici, dove liberamente e costruttivamente ci si possa ritrovare, per elaborare una sorta di master plan, da sottoporre alla città, nelle forme che valuteremo efficaci. Sul sito, quindi, saranno inizialmente attivati alcuni "tavoli", suscettibili di essere implementati o modificati. Anche su questa scelta di metodo attendiamo suggerimenti e proposte. Ad esempio sarebbe opportuno valutare se soffermarsi, di volta in volta, su un singolo tema di approfondimento, in uno spazio temporale definito, oppure aprire contestualmente più spazi di discussione.
Rinnoviamo, pertanto, l'invito, a chiunque abbia la ventura mediatica di imbattersi su queste pagine, a superare l'atavica tentazione di rimanere chiuso nel tepore della propria casa e di divenire, invece, artefice ed interlocutore di una riflessione plurale e collettiva, superando ogni ritrosia verso la parola scritta.
Un’ultima notazione.
L’idea di realizzare questo sito è risalente. Anzi antica, ammesso che a proposito di internet si possa scomodare questo nobile aggettivo. Con imperdonabile ritardo ci siamo. Inizialmente abbiamo scelto più che l’anonimato, la forma impersonale con la presunzione (spero compresa e perdonata) di tentare di interpretare il Noi della Comunità.
Un plurale humilitatis che si nutre di "una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi progetti: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la Provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute….. Qualunque cosa Tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso".
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Pubblicato l'11 Marzo 2010